Visita al Castello Aragonese di Baia: itinerario in sintesi

Se vi capita di trascorrere qualche giorno tra Napoli e dintorni ,e siete amanti della storia, una visita super consigliata è quella al Castello Aragonese di Baia, a Bacoli. Il castello infatti ospita un museo ben tenuto, ricco di reperti risalenti alle diverse epoche storiche della zona. Fa parte del Parco Archeologico dei Campi Flegrei in cui sono incluse anche le bellissime Terme Romane di Baia. E’, inoltre, un sito poco conosciuto che vale assolutamente la pena visitare, sia per la ricchezza delle sue collezioni che per il panorama che offre. Per arrivare a Baia, se siete in auto, da Napoli si impiegano circa 30 minuti con la tangenziale. Una volta giunti lì, è possibile lasciare l’auto al parcheggio del castello. La visita dura circa un’ora e mezza e all’ingresso vi è la possibilità di farsi accompagnare da una guida. Noi abbiamo visitato il museo un paio di settimane fa, seguendo le nuove norme di distanziamento post Covid. La visita si è svolta senza difficoltà, in modo super tranquillo e nella massima sicurezza.

Il Museo nel Castello di Baia: orari e info utili per la visita

Prima di raccontarvi della visita, ecco alcune info utili. Il Castello Aragonese di Baia è visitabile dal martedì alla domenica dalle 9:00 alle 14:20. Si visita senza prenotazione e, il biglietto d’ingresso costa 4€. Se invece si opta per il ticket cumulativo, valido due giorni, che dà la possibilità di accedere anche agli altri siti che fanno capo al Parco Archeologico dei Campi Flegrei, il costo è di 8€. Una volta entrati, si può ammirare subito parte del panorama. Il Castello Aragonese infatti, sorge arroccato in una posizione da cui è possibile osservare un panorama stupendo sul golfo di Napoli e, non solo. Dalla terrazza all’entrata, la vista è immediatamente su Miseno e Monte di Procida che sembrano tanto vicini da poterli toccare con un dito. Seguendo il percorso, passiamo l’arco di ingresso e seguiamo la breve salita che ci conduce verso una torretta di avvistamento. Qui, lungo il tragitto, sulle pareti della fortezza, troviamo pure i resti di alcuni mosaici. Proseguiamo e arriviamo all’entrata del secondo piano. Seguendo il percorso tracciato per gli ingressi contingentati, si inizia da qui per poi concludere la visita al piano inferiore. Il Museo è suddiviso in 5 sezioni secondo i 5 siti che erano presenti nell’antichità nell’area flegrea: Cuma, Puteoli, Baiae, Misenum e Liternum.

La collezione di Cuma: dagli insediamenti indigeni all'età imperiale

La prima parte che si visita, una volta entrati, è quella relativa a Cuma. Tutte le sezioni sono ricche di reperti di ogni tipo: da statue e utensili, passando per vasellame, oggettistica, gioielli ma pure resti di marmi architettonici. In quest’area i reperti risalgono a diverse epoche storiche. Si parte infatti dall’abitato opico, antico villaggio indigeno che si era insediato presso il Monte di Cuma e le sue pendici. Tramite i diversi oggetti ritrovati, si ripercorrono le diverse ere attraversate dall’insediamento di Cuma come quella greca, passando poi alla dominazione sannitica, l’epoca romana ed, infine, il periodo bizantino. Significativi sono i resti delle necropoli e quelli di un edificio templare del periodo romano, distrutto poi da un incendio. Di quest’ultimo rimane un fregio di metope dipinte e dei triglifi. La cosa che ci sorprende e cattura allo stesso tempo sono le condizioni dei reperti. Tutti non solo ben conservati ma, anche organizzati in modo perfetto. 

Puteoli e le sezioni dedicate a Baiae, Misenum e Liternum

Se tutto il secondo livello è dedicato a Cuma, al primo livello troviamo le sezioni dedicate agli altri agglomerati presenti in zona. Iniziamo da a Puteoli, dove si esplora l’evoluzione della zona dall’età augustea sino a quella tardo antica. Resti di edifici, di antiche ville, oggetti delle necropoli ma anche ricostruzioni come quella della Grotta del Wady Minahy in Egitto. E ancora, statue e busti, utilizzati come decorazioni del Foro Augusteo. La visita della sala inferiore si conclude con le aree relative a Baiae e Misenum ed, infine, quella relativa a Liternum, cittadina fondata nel 194 a.C. come colonia marittima.

La nostra visita al Castello Aragonese di Baia si conclude sulle terrazze. La prima, è quella nei pressi dell’ingresso del secondo livello dove è presente la ricostruzione di un mosaico seguita poi, da quello di copertura. Qui la vista è davvero uno spettacolo e vi consigliamo davvero di passarci almeno una decina di minuti. Oltre che per il panorama stupendo, è un luogo perfetto anche per qualche foto indimenticabile della zona. Siamo infatti rimasti impressionati ammirando contemporaneamente da un lato Pozzuoli e il Rione Terra e, dall’altro, l’intero golfo di Napoli con il suo Vesuvio, sino a Capo di Sorrento con Capri. Dall’altro lato invece ci sono Capo Miseno e il litorale di Licola. Se siete fortunati e la giornata è bella, sempre nella stessa direzione, è possibile scorgere le altre isole del golfo che mancano all’appello: nell’ordine Procida e Ischia.

Cosa fare nei dintorni del Castello di Baia

Dopo la visita al Castello di Baia, potete optare per diverse attività. Potete scegliere di visitare un altro dei siti del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, come le magiche Terme Romane di Baia, a 10 minuti di auto e poi, fermarvi magari a mangiare qualcosina nei pressi del porticciolo di Bacoli. Oppure, se vi capitate durante la stagione balneare, potete optare per un bagno nella spiaggia del Castello di Baia, che si può ammirare sotto di voi dalle terrazze della rocca. Partendo dal castello, si arriva in auto al parcheggio gratuito. Da lì, una barchetta vi condurrà al Lido del Castello di Baia, interamente attrezzato. Pur essendo giugno, noi siamo stati sfortunati avendo trovato mal tempo. In questo periodo, visto il Covid -19, alla spiaggia si può accedere su prenotazione chiamando il numero che trovate su Google Maps. Un bagno lì, vista castello con l’acqua nitida è un’esperienza da non perdere!


3 commenti

Claudio Manari · 31 Gennaio 2022 alle 6:08 PM

Lettura interessante.Il Museo è stupendo ,collezioni magnifiche e panorama incomparabile come del resto negli altri siti del parco . Cuma, Baia,Miseno, Pozzuoli e così via . Dalla descrizione deduco che le sale relative al Ninfeo di Punta Epitaffio e al Sacello degli Augustali siano ancora tragicamente e inspiegabilmente chiuse . Quando qualche anno fa alla mia domanda ai custodi la risposta è stata vaga e permeata da una sorta di vergognoso segreto e omertà ho avuto la netta impressione che non ci siano novità . Del resto questo articolo è datato luglio 2020 e a tutt’oggi da nessuna parte vi sono notizie in merito come se le sale fossero sparite .Qualcuno sa qualcosa ?
Grazie

Salvatore · 14 Agosto 2022 alle 10:50 AM

Sto pensando che devo vedere come sta il castello dopo 50 anni, sono stato dal 68 al 73, all’epoca era un collegio, è già arrivavano statue scoperte nel
mare, allora non era un museo, ma già venivano curiosi per vedere le statue, io ero piccolo, non mi interessavano, a giorni farò una visita.

    Ela · 25 Agosto 2022 alle 4:01 PM

    Speriamo allora che la visita al castello e al museo possa piacerti come è stato per noi 🙂 Deve essere comunque emozionante ritornarci dopo tanti anni. Facci sapere poi che ne pensi, a presto, Ela

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