Marloth Park, una buona alternativa per visitare il Kruger: itinerario in sintesi

Durante il nostro viaggio on the road in Sudafrica, dopo aver trascorso due giorni nel Kruger Park, per quelli successivi abbiamo scelto la zona di Marloth Park. Siamo a sud del Parco del Kruger, a poco più di mezz’ora d’auto dall’ingresso di Crocodile Bridge Gate. Il villaggio, prettamente residenziale, è ricco non solo di strutture ricettive e di appartamenti ma, al tempo stesso, molto popolato anche da animali. Questo perchè confina da un lato con il parco che dà nome all’intero quartiere con tanto di game reserve e, dall’altro, affaccia sul Crocodile River, unica separazione dal Kruger. Insomma, pur essendo all’esterno del Kruger, è un luogo abbastanza strategico per il safari. Ecco quindi il racconto della nostra esperienza, come ci siamo trovati e alcuni consigli su come organizzare il safari se decidete di soggiornare a Marloth Park durante una vacanza in Sudafrica.

Perchè scegliere Marloth Park: info utili e la nostra esperienza

Quella di trascorrere due notti a Marloth Park fu, per noi, una vera e propria scommessa dettata dal non aver trovato posto nei camp del Kruger per gli ultimi giorni in zona. Inoltre, non avevamo nessuna testimonianza di qualcuno che fosse già stato qui. Come base d’appoggio per continuare con i safari, l’esperienza è stata più che positiva sia per il tipo di sistemazione che per la logistica. Proprio per la sua collocazione, a Marloth Park è facile avvistare animali semplicemente percorrendo i sentieri pedonali che costeggiano il fiume. Si tratta di una situazione diversa rispetto al Kruger ma, comunque affascinante. In più, Marloth Park è abbastanza comodo anche per gli spostamenti. In 40 minuti, infatti, si raggiunge l’ingresso del Kruger e la strada per arrivarvi è in buone condizioni. 

vista bush safari sudafrica kruger

Essendo in in 6, abbiamo optato per un appartamento direttamente sul fiume a Seekoei Road. Un punto che consigliamo perchè ci ha permesso di muoverci esclusivamente a piedi, senza prendere l’auto, per provare ad avvistare gli animali. Solo per fare la spesa, nell’unico market presente nel paese, ci siamo spostati con la macchina. Infine, per quanto riguarda i safari nel Kruger, considerate che nei dintorni le strutture che li organizzano, anche privatamente, sono diverse. Vi consigliamo, però, di prenotarli con un pò di anticipo, soprattutto se capitate a ridosso del fine settimana. 

Dove dormire a Marloth Park in Sudafrica: la nostra esperienza

Arriviamo a Marloth Park già nel buio più pesto, nonostante siano solo le 18:30. Per arrivare a Seekoei Road, strada che costeggia il fiume dove si trova il nostro appartamento, seguiamo le indicazioni di Google Maps. La strada è interamente sterrata e non illuminata quindi, il consiglio è di procedere con calma. Nelle vicinanze sono presenti diverse villette indipendenti e lodge. Giunti alla nostra sistemazione, Rhinos Rest, incontriamo i due simpatici proprietari che ci accolgono con calore e ci danno un pò di delucidazioni sulla quartiere, su come muoversi e sulla casa. L’appartamento è nuovo, dotato di tutto e rifinito in legno e paglia, proprio come altri lodge nelle vicinanze. Oltre ad un giardino antistante con il posto auto, troviamo l’immancabile braai e un patio attrezzato di tutto. La casa è dotata di 3 stanze da letto e 3 bagni, uno dei quali però (quello al piano superiore), è separato dal resto della stanza da un paravento. Una soluzione che ci ha permesso comunque di avere la nostra privacy senza grossi problemi. 

terrazza casa rhinos rest marloth park

La cosa, probabilmente, più bella è la terrazza che affaccia direttamente sul fiume. Da qui, ci racconta la proprietaria, nei giorni precedenti erano stati avvistati alcuni leoni. L’unica cosa che ci viene raccomandata è di non uscire a piedi una volta tramontato il sole. Nonostante le recinzioni presenti lungo il fiume, c’è la possibilità di incontrare diversi animali e quindi, non è consigliabile camminare. Di giorno invece, diversi sono i percorsi pedonali che costeggiano le rive che si possono seguire a piedi o in auto.

Dove mangiare a Marloth Park: la nostra scelta

Essendo presenti solo due ristoranti che chiudono molto presto, la prima sera a Marloth Park, riprendiamo l’auto e andiamo subito a cena. Optiamo per Jabula che ha pure delle stanze per dormire. Un locale rustico ma, carino ed accogliente nel suo genere. Assaggiamo della carne alla griglia e uno stufato di manzo al curry con riso basmati molto saporito. Mentre siamo sulla via del ritorno, ecco una delle scene più belle che abbiamo vissuto a Marloth Park e che ancora ricordiamo con sorpresa. Nel buio più profondo, all’improvviso ci tocca frenare bruscamente. Davanti a noi una giraffa, altissima, che illuminata dai fari sembrava fosforescente, ci attraversa la strada!!!! Una cosa inaspettata e allo stesso tempo assurda che, al momento, ci lasciò un attimo attoniti. Ripensandoci ora, ci fa quasi ridere. Ma non è finisce qui. Imboccato il viale di casa, tra le i cespugli spunta un gruppetto di kudu che ci guarda incuriosito e che cammina a passo d’uomo insieme a noi. Sono tranquillissimi e quando mettiamo piede fuori dall’auto, non accennano minimamente a venirci incontro. Così, ci accompagnano con lo sguardo nel cortile di casa dove rimangono a fissarci per un pò tra le piante. E mentre li guardiamo dalla finestra, all’improvviso riappare anche la giraffa che, di corsa, attraversa la strada e il cortile a fianco andando verso il fiume….Andiamo a dormire con un pò di emozione addosso e già convinti che Marloth Park, sia stata una scelta azzeccata 😉

Primo giorno a Marloth Park: cosa fare, come organizzare la visita e i dintorni

Il primo giorno a Marloth Park, ci svegliamo presto e già alle 7 del mattino di fronte casa vediamo code di auto in fila. Capiamo che è stato riavvistato il leone e quindi ne approfittiamo per uscire a piedi. Nonostante a Marloth Park il letto del fiume sia effettivamente molto vicino, il consiglio è di munirsi comunque di binocolo, per vedere chiaramente cosa è presente sulla sponda di fronte. Seguendo il percorso, oltre diversi view point da cui è possibile vedere nitidamente il parco, ci sono aree attrezzate dove sedersi e addirittura, se necessario, preparare un braai. Molte sono le persone che, munite di coperte e caffè, fanno colazione aspettando che il leone esca allo scoperto. Nel frattempo, continuiamo a camminare e arriviamo in uno dei punti più panoramici. Da qui riusciamo a vedere un coccodrillo che prova a prendere un pò di sole, immobile. Oltre lui, solo qualche kudu che pascola sereno e alcuni uccelli dai mille colori. La prima parte della mattina se ne va così. Facciamo poi tappa al supermercato dove compriamo un pò di viveri. Sempre qui ci informiamo sulla possibilità di un safari al tramonto o all’alba il giorno successivo.

marloth park cosa fare

Oltre al Kruger, c’è la game reserve privata ma, è già tutto prenotato. Siamo, infatti, nel fine settimana e anche se inverno, nel weekend si concentrano maggiormente le escursioni. Pure al gate del Kruger risulta tutto pieno. Dopo varie ricerche, troviamo disponibilità per un safari con il ranger organizzato da uno dei lodge di zona, l’indomani all’alba. Il costo è lievemente più alto (circa una decina di euro in più) rispetto a quello prenotato nel Kruger. Il driver però, ci verrà a prendere e ci riaccompagnerà direttamente a casa. Il pomeriggio lo passiamo sempre in giro per Marloth Park, passeggiando lungo il fiume. 

uccelli marloth park sudafrica

Di giorno va prestata attenzione a scimmiette e una sorta di marmotte che girano per i dintorni. La sera, invece, ci godiamo l’esperienza di un braai nel bush con l’ottima carne comprata la mattina. A farci compagnia, i rumori del parco, qualche ruggito lontano e l’ombra di un fagocero che sentiamo essere nei paraggi senza mai avvistarlo. In generale, per il primo giorno da trascorrere a Marloth Park, il consiglio è di ambientarsi, percorrendo magari a piedi i sentieri panoramici vicino al fiume, attività che, a seconda degli avvistamenti, può prendere anche molto tempo. Infine, per le attività da fare nei dintorni, potete trovare tutte le informandosi nel centro del villaggio.

scimmia safari sudafrica

Secondo giorno a Marloth Park: l'ultimo safari sulle orme del leone

Il nostro secondo e ultimo giorno a Marloth Park, inizia all’alba. Puntuale sotto casa alle 5:30, troviamo la jeep del ranger che ci aspetta. Un tipo molto loquace e simpatico, accompagnato da altre due persone. La vettura è un pò più comoda di quelle usate nel Kruger e ci vengono date anche delle copertine. Di mattina presto fa sempre fresco e il vento, pur essendo ben equipaggiati, si sente. Il safari l’abbiamo prenotato tramite il Gran Kruger Lodge e Spa. Nonostante il loro tour non prevedesse il ritorno per le 10:00, hanno comunque organizzato la cosa in maniera tale da accontentarci. In tal modo, potremo partire alla volta di Johannesburg con il minibus, senza fare le corse. Arriviamo al Gate Crocodile alle 6:10 circa e la fila per entrare è già lunga. Grazie al ranger però, superiamo la coda senza dover aspettare, guadagnando molto tempo. Appena entrati, il nostro driver in contatto con gli altri, intercetta il percorso di una leonessa che era stata avvistata dall’altro lato del fiume. 

kudu safari sudafrica kruger

Un safari all'alba a caccia dei Big 5

Ed eccola qui all’improvviso. Ci passa davanti, con lo sguardo deciso di chi sta andando a caccia e non ha altro per la testa, seguita a ruota dalle cattivissime iene e dagli sciacalli. Immancabili poi, gli avvoltoi. Una scena che, ci spiegano, fa parte della quotidianità del bush e che si ripete quando le leonesse vanno a caccia. Tutti gli animali, la seguono perchè poi, a turno, si ciberanno dei resti delle carcasse che i felini lasceranno dopo la pappa. Nel frattempo, nel caos che ormai si è creato, facciamo dietro front e continuiamo il tragitto. Oltre a zebre e giraffe, finalmente, anche se lontanissimo, l’ultimo big 5 che ci mancava: il rinoceronte! Sono rarissimi, ci raccontano e, attualmente sono in fase di ripopolamento. Silenziosi tra i cespugli, mangiucchiano mentre il sole si alza sopra di noi a scaldarci un pochino. Assistere all’alba durante un safari è sempre un’emozione forte.

alba safari sudafrica kruger

E camminando, camminando, mentre il tepore del sole appena sorto si inizia a sentire, l’ultimo incontro del safari: sua maestà il re leone! Siamo ancora da soli e, mentre il ranger sistema la vettura nell’angolazione migliore per le foto, lo ammiriamo a circa 500 metri di distanza, insieme alla sua leonessa. Ci guarda da lontano, ci scruta con uno sguardo sicuro quasi come a chiederci “Beh, allora io sono qui, che volete?”. E così, elegante con la sua folta criniera, si siede e rimane lì, tranquillo ed imperturbabile.

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Stessa cosa la leonessa. L’emozione non è stata solo vederli a distanza ravvicinata ma, anche osservare come il ranger li scovasse, seguendo le orme lasciate nella sabbia. Un qualcosa degno dei migliori film dell’avventura. Dopo quest’ultimo incontro, arriva per noi il momento di ritornare al gate e di salutare il Kruger. Abbiamo visto o intravisto, tutti i Big 5 e ne siamo contenti. 

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Arrivederci Kruger: il ritorno verso Johannesburg

Passiamo la mezz’ora che ci separa da casa nel silenzio totale. Andiamo via con il magone nel cuore. L’ultimo incontro ci ha stregato e non poco. Ci ha lasciato la voglia di continuare ad esplorare, alla ricerca di tracce e segnali di animali e predatori. Il consiglio è dedicare almeno 3 giorni pieni al safari. E’, secondo noi, il tempo minimo per assaporarlo con calma. Tutti i nostri consigli su come organizzare un safari nel Kruger Park li abbiamo raccolti in una guida completa che speriamo possa esservi utile 🙂 

impronte leone su sabbia safari sudafrica

Nel frattempo, lasciamo così Marloth Park e, concluso il check out, partiamo alla volta di Johannesburg. Ci impieghiamo sei ore per arrivare in aeroporto. Lungo la strada ci fermiamo per uno spuntino e una pausa da Milly’s, posticino molto carino sul fiume dove prendiamo delle tortine take away ripiene molto saporite. Si chiude così la nostra prima parte di viaggio in Sudafrica. Quella forse più attesa. Quella dove abbiamo lasciato un pezzo di cuore e che ci ha dato un’idea di cos è davvero il Mal d’Africa.


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