- Kruger National Park, Skukuza Camp, Lower Sabie Camp
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Cattle Baron, Skukuza Camp
M&B Lower Sabie Camp - Skukuza Rest Camp
- Mini bus a noleggio
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- The Lion Sleeps Tonight, The Tokens
- Safari all'alba, tramonto al Kruger
Due giorni di safari nel Kruger Park in Sudafrica: itinerario in sintesi
Durante il nostro viaggio on the road in Sudafrica, non potevamo lasciarci sfuggire l’esperienza del safari, essendo anche la nostra prima volta in Africa. Complessivamente, abbiamo dedicato alla visita del Kruger 3 giorni e 4 notti. Le prime due le abbiamo trascorse pernottando in uno dei camp statali disponibili nel parco. Le ultime due, invece, abbiamo dormito appena fuori i confini del parco nella zona di Marloth Park. Entrambe, a nostro avviso, sono state soluzioni comode e da provare. Il Kruger Park e il safari sono stati, così, la nostra seconda tappa di viaggio dopo Graskop, dove ci eravamo fermati per la visita al Blyde River Canyon. Ecco, quindi, il racconto e l’itinerario di due giorni all’interno del Kruger National Park, nostro primo assaggio di safari.
Itinerario di due giorni nel Kruger Park: Sommario
Arrivo al Kruger: primo assaggio di safari
Arriviamo all’ingresso del Kruger in un assolato pomeriggio di agosto, direttamente da Graskop. In un paio di ore di auto raggiungiamo il gate di Phabeni verso le 16:00. Se pernotterete all’interno del parco, considerate che sia i gate del parco che quelli dei camp chiudono alle 18:00. Una volta entrati e ottenuto il foglio di ingresso, seguiamo le indicazioni per Skukuza, camp dove soggiorneremo due notti. I tempi sono stretti perchè per arrivare a Skukuza ci vuole un’oretta ma…L’accoglienza che ci riserva il Kruger, con le luci del tramonto, è spettacolare! Subito sulla strada incontriamo il primo gruppo di kudu. Proseguendo, troviamo una pozza d’acqua dove assistiamo ad una scena bellissima: un ippopotamo che, immerso nell’acqua, si fa vedere pian piano rotolandosi. Nel frattempo, le luci iniziano a colorare gli alberi e il bush di arancio e salmone. Il sole che scorgiamo in lontananza, pian piano si fa sempre più rossiccio. Continuiamo la marcia con un occhio alle lancette e uno allo spettacolo che abbiamo intorno. Per tutti noi è il primo safari e la prima volta in Africa. E sulla strada, ecco un gruppo di iene con tanto di piccoli a bordo strada. Poco dopo, uno degli animali pare più rari: i wild dogs!
Ci impressionano gli sguardi delle iene, tutt’altro che docili! Per caso, riconosciamo una giraffa vicino ad un albero che quasi sembra mimetizzarsi. Poi, sulle luci ormai rossastre del tramonto, una delle scene più belle: un gruppo di elefanti che, alle nostre spalle, attraversa la strada! Un primo assaggio di Kruger che ci sazia come primo mini safari in solitaria. Procediamo spediti verso Skukuza dove arriviamo appena in tempo, alle sei meno 5 minuti! Ci registriamo alla reception dove paghiamo gli ingressi al parco per le due notti di permanenza. Prenotiamo subito anche il safari all’alba con il ranger per l’indomani al costo di circa 20€ a persona.
Prima giornata al Kruger: il safari guidato alla ricerca dei big 5
La nostra prima giornata al Kruger inizia con una sveglia presto e un safari con il ranger. Si parte dal camp all’alba, alle 5:30 del mattino, quando ancora è buio. Ancora un pò sonnolenti, saliamo a bordo di una sorta di camionetta aperta che si usa per i safari. Finchè il sole non sorgerà, farà abbastanza freddo ed è consigliato abbigliamento a cipolla, termico e anti vento. Man mano che procediamo, le luci si alzano e illuminano a poco a poco il bush e i cespugli. C’è un’atmosfera quasi surreale e regna ancora il silenzio. I primi incontri sono elefanti di varie taglie, giraffe solitarie e bufali. Appena il sole si alza, iniziamo ad incontrare pure scimmiette che giocano tra gli alberi e attraversano la strada. Per buona parte del tragitto, non si vede molto. Sulla via del ritorno, all’improvviso, attraversato un corso d’acqua, ecco che il ranger inchioda e fa improvvisamente retromarcia. Immediatamente tira fuori il suo binocolo e, dopo aver fissato per un pò uno spiazzo dove ci sembra non vedere nulla, ci indica un cespuglio. Lì, appostato e pronto all’attacco dei bufali a qualche metro di distanza, c’è un leopardo. Proprio lui, uno dei big 5, ci dicono, più difficili da avvistare.
Aguzzando un pò la vista e, grazie agli obiettivi delle macchine fotografiche, riusciamo a scorgerlo. Rimaniamo fermi così una ventina di minuti, cercando di posizionarci nel punto migliore. Purtroppo però, riusciamo solo a scorgerlo così, come una macchia maculata tra i cespugli di cui a stento riconosciamo le orecchie. Il nostro amico è troppo impegnato a non farsi scoprire e le sue vittime non sono ancora alla sua portata. Andiamo via contenti anche se ci sarebbe piaciuto vederlo meglio. Questo è stato, decisamente il momento più emozionante della gita. Senza il ranger, non saremmo mai riusciti a scovarlo. Dopo il leopardo ritorniamo verso il camp. Il safari dura circa 3 ore e alle 9 varchiamo il cancello del camp e ci dirigiamo subito verso una tazza di caffè e la nostra colazione. La consumiamo all’aperto con vista sul fiume, all’ombra degli alberi, tra canti di uccellini e scimmiette che saltano qua e là tra un ramo e l’altro. C’è da fare attenzione a non lasciare a portata di mano borse o altro. Alcune, infatti, sono davvero dispettose e sono riuscite a fregarsi pure uno yogurt da un tavolo!
Il safari fai da te verso Satara e l'incontro con i leoni
Dopo esserci rifocillati, ripartiamo verso le 11:00 con il nostro pulmino per il safari in fai da te! Consultiamo la mappa degli avvistamenti e decidiamo di seguire la strada verso Satara in direzione nord – est. Nel primo tratto adiacente al fiume, avvistiamo per lo più elefanti e zebre, oltre i soliti kudu. Passato l’incrocio con il fiume, percorriamo un lungo tratto più arido dove, a parte qualche sparuto cespuglio, non c’è gran che. Verso ora di pranzo arriviamo a Tshokwane Picnic Site, area attrezzata sia con bagni che con un risto bar e tavoli in legno dove ci si può fermare per sgranocchiare qualcosa. Essendo direttamente sul fiume, assistiamo al passaggio ravvicinato degli elefanti, oltre a simpatiche scimmiette che si divertono a rubare avanzi di cibo dai tavoli. Conclusa la sosta e controllata nuovamente la mappa degli avvistamenti, ci dirigiamo verso nord, seguendo però Lindanda Road. E proprio mentre è il mio turno di guida, sotto il sole delle tre del pomeriggio, quando sembrava che avessimo intorno solo cespugli, ecco che intravedo qualcosa. Si tratta di orecchie e coda di una leonessa.
Non ci sembra vero. Eppure, distese all’ombra di un albero alla ricerca di un pò di fresco, ecco un gruppetto di leonesse a riposarsi. La cosa più bella è che i primi 15 minuti siamo soli ad osservarle. Pazientiamo un pò e, mentre una si gira e rigira su sè stessa con la coda e una zampetta per l’aria, dal cespuglio al suo fianco finalmente si alza l’altra che la poi la raggiunge. Saranno state a circa 400 metri di distanza ma mai, in alcun momento, ci siamo sentiti in pericolo oppure con la sensazione di infastidirle. Una vera emozione vederle e scovare così i nostri primi leoni!!! Sono eleganti e statuarie nella loro posa…Sembrano quasi dei grandi micioni! Dopo aver cercato di riprenderle da qualsiasi angolazione, quasi non vorremmo andarcene ma, ritorniamo verso Skukuza. Purtroppo è tardi per proseguire in direzione nord verso Satara. Solo per il primo tratto fino all’area attrezzata, abbiamo impiegato quasi due ore. Percorsa una breve parte di sterrato, rieccoci sulla via principale. Ritorniamo a Skukuza stanchi ma contenti. Nel camp, ceniamo abbastanza presto. I negozi chiudono alle sei mentre il ristorante alle undici di sera. Mangiamo entrambe le sere dell’ottima carne, sia alla griglia che stufata.
Itinerario di due giorni nel Kruger: da Skukuza a Lower Sabie
Il secondo giorno nel parco del Kruger, inizia aspettando ansiosamente le nostre valigie che all’atterraggio a Johannesburg non erano arrivate con noi ma, rimaste in Europa. Quella appena trascorsa, è stata la nostra ultima notte all’interno del parco. Non avendo trovato più posto, per le prossime due soggiorneremo a Marloth Park, zona residenziale a circa 40 minuti dal gate di Crocodile da cui usciremo. Iniziamo consultando la mappa degli avvistamenti con la speranza di ritrovare qualche felino. Dobbiamo, però, raggiungere il gate entro le sei del pomeriggio, orario di chiusura del parco. La strada da fare è molta, circa un centinaio di chilometri e abbiamo già sperimentato, che tra avvistamenti e velocità sui 50km orari, i tempi di percorrenza si allungano. Costeggiamo il Sabie River andando dapprima verso nord e poi procedendo verso il camp Lower Sabie. Dopo una mezz’oretta, sul lato opposto del fiume, assistiamo ad un vero e proprio ingorgo “da leone”. Lungo la riva, scorgiamo un gruppo di leoni già andato a caccia insieme ai resti delle povere vittime. La scena si riesce ad assistere solo da un unico punto della strada con un binocolo. Tutto ciò crea, oltre alla sosta selvaggia, un traffico mai visto nel parco. Procediamo a passo d’uomo e, dopo un pò, arriva anche per noi il momento dell’avvistamento. Quando si creano queste situazioni, si può perdere addirittura un’ora prima di arrivare al punto dove osservare gli animali.
La strada che prosegue verso Lower Sabie è ricca di animali. Oltre kudu e gnu, troviamo un bel gruppo di giraffe alcune delle quali piccole, insieme a diversi elefanti con tanto di cuccioli. Durante uno dei tanti attraversamenti di elefanti, assistiamo anche a come uno di loro si sia innervosito a causa di un’auto troppo vicina. Sicuramente però, non dimenticheremo quando, fermi per una delle tante soste causa animali in strada, ci accorgiamo, per puro caso, di un elefante che sbucato all’improvviso dai cespugli, si stava dirigendo dritto verso il nostro minibus! Per fortuna, oltre ad averlo visto in tempo, la strada davanti a noi si era liberata…
Pranzo a Lower Sabie e impressioni
Arriviamo così al camp di Lower Sabie verso le tre del pomeriggio. Qui ci fermiamo, con i minuti contati, per una pausa pranzo. Il camp, forse meno dispersivo e nuovo di Skukuza non ci dispiace affatto. Il ristorante, raccolto e tutto in legno, affaccia sul fiume. Questo gli conferisce un tocco più selvaggio rispetto a quello di Skukuza. Mangiamo tutti qualcosa tipo tramezzini e wrap nella speranza di rimanere leggeri ma, le porzioni sono abbondanti! Dopo la sosta ci rimettiamo in viaggio verso l’uscita, senza pause intermedie. Arriviamo al gate alle 17:30 circa e impieghiamo una mezz’oretta tra controlli e fila per uscire. Salutiamo così, solo momentaneamente il parco che ci ha regalato le prime emozioni del safari e dei tramonti mozzafiato e concludiamo così l‘itinerario di due giorni all’interno del Kruger.
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