Due giorni a Città del Capo: cosa vedere e itinerario in sintesi

Per vedere bene Città del Capo non basterebbe una settimana. È unica con la sua Table Mountain che la sorveglia mentre guarda l’oceano Atlantico su cui si affaccia. É travolgente e frizzante con il suo cuore che inizia a battere la mattina molto presto. Di sera poi vive nei locali e nei ristoranti all’avanguardia, dove sapori europei e afro si incontrano con quelli asiatici, dando vita a stuzzicanti piatti fusion. E’ una città dove, però, non mancano i contrasti. Abbiamo trovato zone ricche, popolate da case sontuose vista mare, recintate da filo elettrico con guardiania 24 ore su 24 e, zone popolari. Luoghi dove si vive a fatica, con molto poco e purtroppo, in baracche. Nonostante tutto, Città del Capo saprà catturarvi, con gli scorci sull’oceano, le sue scogliere, alte e rocciose e, la Table Mountain, che si cerca in ogni angolo della città. 

Noi vi abbiamo trascorso tre giorni pieni, di cui uno interamente dedicato alla visita della Penisola del Capo. Gli altri due invece, li abbiamo passati tra i suoi quartieri. Un periodo minimo per riuscire a capire cosa vedere a Città del Capo e averne un assaggio. Il nostro itinerario ha visto un primo giorno di esplorazione, tra Waterfront e l’immancabile Bo-Kaap al pomeriggio. Il secondo, è stato un mix tra la Table Mountain e mercati. Per muoverci ci siamo spostati a piedi di giorno mentre la sera, abbiamo utilizzato Uber. Comodo e super economico! Come alloggio essendo in sei, abbiamo scelto un appartamento molto grande e dotato di tutti i comfort, oltre che di una splendida terrazza vista mare, tra Waterkant e Green Point. Una zona a 500 metri circa dal più frequentato Waterfront dove però, di sera, ci è stato comunque consigliato di arrivare in auto.

Primo giorno a Città del Capo: si parte da Waterfront!

Siamo arrivati a Città del Capo di sera con un volo South African Airways da Johannesburg, atterrato alle 23:30 circa. Il consiglio, se prevedete di arrivare sul tardi, è di prenotare un taxi che vi venga a prendere. A quell’ora (era pure domenica) eravamo praticamente soli in aeroporto e l’unico tassista che c’era ci ha poi portato a destinazione. La mattina seguente, approfittando del bel tempo, iniziamo ad esplorare la città. Il nostro itinerario alla scoperta di cosa vedere a Città del Capo, parte dalla vicina Waterfront, quartiere molto commerciale e turistico. Essendo direttamente sul mare e sul porticciolo, offre però degli scorci veramente unici. Al di là dei grandi negozi, soliti noti che troviamo anche in Italia, il consiglio è di camminare fronte mare. L’atmosfera è molto simpatica. Oltre ai tanti localini, uno più carino dell’altro, nella piazzetta principale qualche gruppo anima la mattinata al ritmo di musica e danze afro. Davanti a noi il mare, con barche di diverse dimensioni ormeggiate. Alle nostre spalle invece, l’area più verde della città, con la Table Mountain e qualche nuvola. 

Ci dirigiamo verso il punto di partenza dei traghetti per Robben Island per info su partenze e disponibilità. L’isola, su cui sorge il carcere dove fu detenuto anche Nelson Mandela negli anni dell’apartheid, si raggiunge in circa 45 minuti di navigazione. Essendo inverno e il mare spesso agitato, la visita è soggetta ad annullamenti. Seguendo diversi consigli e racconti, abbiamo preferito aspettare di essere sul luogo per provare a prenotare l’escursione. Peccato che questa cosa non ci abbia premiato 🙁 Poiché c’era stato maltempo proprio nei giorni precedenti,  tutti i traghetti erano pieni fino alla settimana successiva! Sfuma così la nostra possibilità di vedere Robben Island. Se avete intenzione di visitarla, il consiglio è di monitorare la situazione biglietti e meteo e, se li trovate, di comprarli con qualche giorno in anticipo. Noi infatti, avendo visto disponibilità sino ad una settimana prima del nostro arrivo, non ci avevamo pensato. Nel frattempo, si è fatta ora di pranzo e decidiamo quindi di consolarci da Cape Town Fish Market V&A Waterfront. Il locale, molto carino e addirittura con la sabbia nell’area interna, è abbastanza centrale. Assaggiamo sia i pokè che piatti a base di tonno e salmone scottato. Tutti molto equilibrati e buoni, con materie prime assolutamente fresche.

Verso Bo-Kaap: itinerario a piedi nel cuore di Città del Capo

Dopo pranzo, il nostro itinerario prevede Bo-Kaap. Decidiamo di arrivarci a piedi, per entrare ancora più a contatto con la città. Prima di uscire dalla zona di Waterfront, attraversiamo Silo District, una parte del quartiere molto nuova. Passiamo davanti allo Zeitz, il Museo di Arte Contemporanea che all’ingresso ha una serie di installazioni molto simpatiche. Proseguiamo per Dock Road e poi imbocchiamo Long Street. Pian piano che ci addentriamo, ci rendiamo conto che stiamo entrando in alcuni quartieri un pò più popolari. Se Waterfront e le zone limitrofe, erano prettamente frequentate da bianchi e business man, qui la situazione è molto variegata. Camminando, arriviamo a Green Market Square, primo mercato del nostro viaggio. Sullo sfondo della piazza da un lato una chiesa metodista dalla facciata neogotica e dall’altro, il Museo Iziko della città vecchia. Del mercato e di cosa comprare vi parleremo per bene nella nostra guida dedicata allo shopping in viaggio;) La zona è vivace, ricca non solo di bancarelle ma anche di negozi di diverso genere. 

Una passeggiata tra i colori di Bo-Kaap

Dopo la pausa acquisti, proseguiamo verso Bo-Kaap. Una tappa assolutamente da inserire nell’elenco di cosa vedere a Città del Capo. Vogliamo arrivarci prima che tramonti il sole, per vedere e fotografare il quartiere ancora con la luce. Essendo inverno infatti, già alle 16:30 la luce inizia a calare. Proseguiamo lungo Wale Street, salendo verso la collina. La strada è larga, a scorrimento veloce con alcuni negozi molto grandi e altri meno. Ci stiamo allontanando man mano, dalla zona centrale. Alle fermate dell’autobus vediamo alcuni ragazzi, braccianti probabilmente, di ritorno dalla giornata di lavoro o, ancora in attesa di commissione. Appena entrati in Bo-Kaap, iniziano subito i palazzetti colorati, simbolo di quello che un tempo era chiamato Quartiere Malese. Un nome dovuto all’origine degli schiavi che, tra 1700 e 1800, vennero importati qui principalmente da Malesia e Indonesia. Una accanto all’altra, le costruzioni sono tutte basse nei toni più vari. Qualcuna ha anche con un piccolo cortile antistante. Nell’ex township ci sono oggi diversi B&B e molte abitazioni, ancora dei residenti storici.

Il quartiere sorge alle pendici della collina di Signal Hill e ciò, rende suggestiva la vista sul resto della città e sul mare in lontananza. Imbocchiamo Chiappini Street e passiamo davanti al Bo-Kaap Museum. In giro ci sono bambini che giocano e alcuni adulti. Molti ci scrutano, chi con aria un pò incuriosita chi con un fare un pò sospettoso, schivando le foto. C’è abbastanza silenzio per le stradine laterali. Camminiamo, insieme anche ad altri turisti, sentendoci forse un pò osservati. Mai, però, insicuri. Di giorno una passeggiata nel quartiere è assolutamente tranquilla. Pian piano ci lasciamo alle spalle Bo-Kaap e i suoi colori. L’impressione è quella di aver camminato in un’altra città. Passiamo nel negozio Barak & Gift Decors e, dopo un giro veloce, tiriamo dritto verso casa. Qui ci godiamo il tramonto sulla baia di Città del Capo con un bell’aperitivo. Per cena, per pigrizia e stanchezza, proviamo Hudson, un posticino sotto casa che fa carne e panini. Buono con un ambiente molto giovane e simpatico. 

Mercati chic e dove trovarli: il nostro secondo giorno a Città del Capo

La mattinata inizia con una visita all’Old Biscuits Mill Market che, raggiungiamo in taxi. Non essendo sabato, il mercato vero e proprio non c’è ma, sono aperti soltanto i negozietti presenti all’interno. Siamo nel quartiere di Woodstock, in un ex fabbrica di biscotti, per l’appunto. La struttura, realizzata in mattoncini rossi, è stata rimessa a nuovo ed è molto carina, grazie anche ad alcuni murales colorati. Oltre ad alcuni ristoranti tra cui il famoso Test Kitchen, i negozi presenti sono di vario genere. Per lo più di vestiario e accessori con prezzi abbordabili. Dopo averlo girato per bene (non è molto grande) ci fermiamo per una veloce pausa pranzo da Saucisse Boutique Delì. Qui assaggiamo delle insalate davvero ottime e molto variegate! Un giro in questo mercato, soprattutto se vi piace lo stile industrial e cercate qualcosa di un pò originale da comprare, ve lo consigliamo decisamente. Se riuscite poi a capitarci di sabato quando, ci hanno raccontato, si anima molto e si può comprare di tutto, è ancora meglio 😉 Dopo un pranzo veloce e un pò di shopping, per noi è tempo di riprendere il taxi: destinazione Table Mountain.

Come organizzare la visita alla Table Mountain: la meraviglia del mondo naturale da non perdere

Quando si pensa a Città del Capo non si può non immaginarla senza la sua Table Mountain che la guarda e la protegge. La si scorge da quasi tutti i punti della città e, colpisce subito per la sua forma definita e squadrata. Oltre ad alcuni sentieri di trekking presenti lungo il dorso della montagna, l’unico modo per arrivarvi è tramite la cabinovia. Per organizzare al meglio l’itinerario a Città del Capo nonchè la visita sulla Table, vi consigliamo di lasciarvi flessibili alcuni giorni. Se nel corso dell’anno infatti la cabinovia può essere chiusa per il forte vento, abbiamo scoperto che nel mese di agosto, essendo inverno e bassa stagione, è spesso soggetta ad un periodo di manutenzione. Quando siamo partiti per il Sudafrica il sito ufficiale della Table Mountain, che vi consigliamo di monitorare, indicava chiusura per manutenzione sino al 18 agosto. Una volta lì poi, siamo stati fortunati. A sorpresa è stata, infatti, riaperta in anticipo. Ne abbiamo quindi approfittato, prenotando subito i biglietti online. 

Salita alla Table Mountain: una visita tra la nebbia

Dall’Old Biscuits Mill all’ingresso della cabinovia impieghiamo in taxi circa 30 minuti. La salita sul biglietto è prevista alle 13:00 ma ci anticipiamo di circa 20 minuti. Purtroppo la nebbia copre tutta la Table Mountain e quindi, anche sulla cabinovia, non riusciamo a goderci per bene il panorama. Le cabine, di forma circolare, contengono circa una ventina di persone. Caratteristico è che, essendo dotate di pavimento rotante, ognuno riesce a vedere il panorama durante la salita, da diverse angolazioni. In alcuni punti, quando la nebbia si dirada un pochino, Città del Capo vista così dall’alto è veramente spettacolare oltre che emozionante. Una volta arrivati, siamo interamente circondati dalla nebbia e non si vede proprio nulla 🙁 Percorriamo i vialetti ben asfaltati presenti nella parte centrale della montagna. 

La bassissima visibilità non ci permette di avventurarci per i sentieri presenti, un vero peccato. Trascorriamo qui circa un‘oretta, sperando che la nebbia scompaia. Riusciamo solo ad avvistare qualche scorcio di Città del Capo da alcuni punti da cui filtra qualche timido raggio di sole. Camminiamo in un’atmosfera singolare, quasi come fossimo in un altro mondo. Proviamo a fare qualche foto ma la visibilità è davvero scarsa e decidiamo quindi di riprendere poi la cabinovia. Col senno di poi, forse, ci saremmo potuti trattenere ancora…Dopo circa un’ora e mezza, infatti, la Table Mountain era completamente libera! Ma questi, sono gli imprevisti di viaggio da mettere in conto! Ritorniamo in zona Waterfront, dove il nostro pomeriggio trascorre tra il mercato di Watershed e un ultimo aperitivo fronte mare. 

Il nostro saluto a Città del Capo: una serata da Mama Africa

Per salutare la città, avevamo prenotato prima della partenza una cena da Mama Africa. Il ristorante si trova a Long Street, che raggiungiamo in taxi tramite Uber. In città funziona davvero benissimo e, essendo in 6, il costo della corsa a testa è davvero irrisorio. Il locale ci colpisce subito per la sua vivacità. E’ frequentato per lo più da turisti ma, l’atmosfera è molto allegra, essendoci anche musica dal vivo. Per cena assaggiamo i mix di carne che troviamo buoni, soprattutto la carne di gazzella e di zebra. Nel frattempo ci divertiamo ballando un pochino con il gruppo spalla che suona musica locale. Il conto è decisamente nella media delle cene sudafricane e la serata è stata molto piacevole. Sebbene un pò turistico, una serata da Mama Africa è un’esperienza che vi consigliamo di non perdere qui a Città del Capo. Salutiamo così questa città che ci ha colpito per la sua briosità e vitalità, con il piccolo rimpianto di non aver visto Robben Island ma di esser almeno riusciti a salire sulla Table Mountain!


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