La Penisola del Capo: cosa vedere in un giorno e itinerario in sintesi

Durante il nostro viaggio on the road in Sudafrica, abbiamo dedicato una giornata alla visita della Penisola del Capo, partendo da Città del Capo. Ecco tutti i consigli su come organizzare la visita e cosa non perdere, avendo a disposizione solo 24 ore. Consigliamo di visitare la zona in auto, essendoci sulla strada diversi angoli molto scenografici dove fermarsi per una foto o anche solo per ammirare il panorama. Un itinerario che vi sorprenderà con le sue alte scogliere a picco sull’oceano dall’azzurro intenso. Non avendo noleggiato l’auto per i giorni a Città del Capo, ci siamo affidati ad un driver con cui avevamo concordato in anticipo prezzo e tappe per tutta la giornata. Il nostro percorso ha toccato nell’ordine Chapman’s Peak Drive, il Capo di Buona Speranza, Simon’s Town ed infine la famosa Muizenberg. 

On the road lungo la costa: la meraviglia di Chapman's Peak Drive

Prima tappa è stata Hout Bay Harbour insieme con Chapman’s Peak Drive. Usciti da Città del Capo, la costa cattura subito la nostra attenzione. Scura e frastagliata, quasi all’improvviso, compare di fronte ai nostri occhi con l’oceano in tutto il suo splendore. La giornata è bella con qualche nuvola che rende il paesaggio ancora più affascinante. Davanti a noi abbiamo un mare agitato dall’azzurro intenso, con le onde che si infrangono sugli scogli e che, nei tratti più bassi, sembrano quasi arrivare alla strada. Alle nostre spalle invece il Parco Nazionale della Table Mountain, dalle montagne verdi dalle forme più varie, a picco sul mare. Prima tappa è Hout Bay Harbour, porticciolo molto carino che, per ambientazione, ci sembra a metà tra le atmosfere dei paesi nord europei e quelle delle baie americane. Un luogo raccolto, con barche di varie dimensioni ormeggiate, molte delle quali a vela. A fare da sfondo le montagne dai profili irregolari, tipiche dei dintorni di Città del Capo, cosparse qua e là da case. Alcune ville, altri invece, veri e propri agglomerati di case popolari. Il risultato però è una cornice quasi perfetta.

Dopo aver lasciato Hout Bay e la foca giocherellona che un vecchio pescatore fa accarezzare per una cifra poco economica, riprendiamo la strada costiera e ci fermiamo lungo la Chapman’s Peak Drive. Qui i punti panoramici per le foto sono diversi. Noi ci fermiamo in un paio di curve dove rimaniamo estasiati. Una delle strade più belle al mondo, dicono. Ed il motivo, non è difficile da comprendere. Anche se siamo molto in alto rispetto al mare, sembra che si stia scatenando sotto i nostri piedi. Di fronte la famosa montagna Chapman’s Peak dalla forma unica, a picco per l’appunto. E’ incorniciata da un cielo misto a nuvole di un colore così intenso che quasi, si fonde con il mare insieme ad un vento fortissimo. Vi segnaliamo inoltre che in zona sono presenti diversi trail che salgono fin sopra la montagna di Chapman. Noi però, visti i tempi serrati della giornata, non li abbiamo percorsi e, stavolta, ci siamo accontentati del panorama dalla strada, in ogni caso stupendo. Ora si riparte, next stop: il Capo di Buona Speranza!

Rotolando verso sud: alla scoperta del Capo di Buona Speranza

Proseguiamo lungo la costa per raggiungere il Capo di Buona Speranza ed il Parco Nazionale di Cape Point. Man mano che ci avviciniamo, la strada scende sempre di più verso il livello del mare. E così, davanti a noi, si apre l’oceano in tutta la sua vastità e le spiagge, distese immense di sabbia chiara su cui arrivano le onde a fine corsa, cariche di schiuma. Nel frattempo il cielo, sempre azzurro, è cosparso da nuvolette che possono far presagire pioggia ma che poi, all’improvviso, scompaiono. Il vento forte, è ormai una costante. Proseguiamo verso l’interno per raggiungere l’ingresso del parco, dove paghiamo un biglietto neanche economicissimo. Dopo circa un’ora e mezza di viaggio da Chapman’s Peak Drive, arriviamo al tanto atteso Capo di Buona Speranza.

Ecco, se pensate di arrivare qui, soli a tu per tu con il mare, bene lasciate ogni speranza voi che entrate. In prossimità del famoso cartello con le indicazioni di latitudine e longitudine e del trail, che poi sale verso la montagna, la folla di turisti non è poca. Diversi infatti i grandi bus di viaggi organizzati oltre a diversi gruppi che, come noi, sono entrati in auto private. E se poi volete una foto con alle spalle la targa “Cape of Good Hope“, c’è da fare anche un pò di fila. Il sentiero che invece si arrampica su per la montagnella, si ricongiunge con quello che arriva a Cape Point, ai piedi dell’omonimo faro. Noi ne abbiamo fatto solo un pezzettino ma, essendo davvero scenografico, il consiglio è di ritagliarvi almeno un paio d’ore per percorrerlo tutto. Se poi volete isolarvi un attimo dalla calca, andate verso gli scogli, dove c’è un pò meno folla e fermatevi a guardare il mare. Sarete da soli a tu per tu con l’infinito e il rumore delle onde.

Proseguiamo in auto verso Cape Point. Una volta giunti al parcheggio, ci incamminiamo verso il faro. Un percorso un pò in salita che, in circa mezz’oretta, conduce in cima al vecchio faro, non visitabile. La passeggiata, non difficile e su un sentiero per lo più asfaltato, è molto panoramica e suggestiva. Più si sale e più si vede chiaramente dall’alto, il Capo di Buona Speranza. Una volta giunti su, la vista è mozzafiato. Siamo nel punto più a sud ovest dell’Africa. Qui gli oceani non si incontrano ancora ma il mare, è ugualmente burrascoso e agitato. E suggestiva, è la collocazione del faro che davanti a sè ha solo il mare e l’orizzonte che sembra infinito.

Alla ricerca dei pinguini: lo spettacolo di Simon's Town e Boulders Beach

Lasciato Cape Point e il suo faro, ci dirigiamo verso Simon’s Town, dove arriviamo dopo circa quaranta minuti. Il paesino è un delizioso borghetto di pescatori, con diversi ristorantini sul porticciolo e, alle spalle, case e villette immerse nel verde. Ci fermiamo per pranzo da Bertha’s, attratti dai suoi tavoli direttamente sul mare. Mangiamo del pescato che però non ci esalta più di tanto. Dopo la sosta pranzo, riprendiamo l’auto insieme al nostro driver Mike. Un omone di colore di poche parole, che ci racconta poco della sua vita, nonostante le nostre domande. Neanche a pranzo si è seduto a mangiare con noi. Riusciamo solo a farci dire che ha una famiglia con due figli adolescenti e una moglie che lavora. Lui però, con il suo lavoro di driver, manda avanti la famiglia. Un impegno praticamente full time, con poche pause, che però non li fa vivere male. 

Una volta arrivati a Simon’s Town, si può lasciare l’auto nell’area di parcheggio a pagamento Seaforth Beach Parking Lot. Giunti lì con il mare di fronte, si hanno due opzioni. La prima è seguire la passerella sulla destra che attraversa l’area protetta da recinzioni, dove i pinguini hanno i loro nidi e si riproducono. Qui alcuni si riescono ad osservare da vicino, altri invece sono nascosti sotto le piante. C’è chi cova le uova e chi invece, sta cambiando muta. Questi ultimi sembrano ancora più teneri!

Il percorso che conduce alla spiaggia di Boulders Beach a pagamento, è costeggiato da una serie di ville molto belle ed eleganti. Essendo già le 4 del pomeriggio, pochi sono i pinguini che vediamo ancora sulla spiaggia. Molti infatti, stazionano sui grandi scogli lungo la costa, altri in acqua e non sono vicinissimi. Tornando però verso il parcheggio e, andando oltre il ristorante Seaforth, troviamo la spiaggia libera dove alcuni dei nostri piccoli amici girano ancora allegramente. Qui infatti i pinguini passeggiano tra uno scoglio e l’altro in maniera buffa a gruppetti. Entrano in acqua, poi riescono, poi salgono sugli scogli e poi riscendono. Il tutto a due passi da noi che li seguiamo divertiti. Mai pensavamo di poterli ammirare così da vicino. Siamo all’ora del tramonto e, i pinguini felici, stanno con noi sulla battigia quasi per un’oretta. Poi si tuffano in acqua e, tutti insieme, ci salutano. Sono goffi ma allo stesso tempo teneri e impacciati. Inutile dire che impazziamo per loro e non ce ne saremmo mai andati!

L'ultima tappa lungo la Penisola del Capo: la spiaggia di Muizenberg

Salutata Simon’s Town con i suoi simpatici pennuti, l’ultima tappa della giornata, prima di ritornare a Città del Capo, è Muizenberg con le sue cabine colorate. Impieghiamo quasi un’oretta abbondante per arrivarvi. C’è infatti abbastanza traffico lungo il tragitto e, attraversiamo diversi paesi sulla costa. Alcuni molto carini altri un pò meno, che sembrano fermi a cinquant’anni fa. Anche questo però contribuisce ad dare alla zona un certo fascino. Arriviamo alla spiaggia di Muizenberg, verso le sei del pomeriggio. Nuvoloni scuri, un forte vento e qualche saltuaria goccia di pioggerellina, ci accolgono. Lungo la spiaggia di sabbia chiara ci sono surfisti di ogni età, chi porta i cani a correre e qualche passante che vi passeggia. Alle spalle le montagne dalle forme irregolari e la cittadina, dove si alternano case aggraziate a palazzi che lo sono un pò meno. Ed eccole qui, le famose cabine colorate. Sono lì a guardare il mare dalle onde alte, un paradiso per gli amanti del surf. Sarà stata probabilmente la luce, ma non ci hanno conquistato molto. Forse con un tempo migliore, la percezione sarebbe stata diversa. Si conclude così il nostro giro della Penisola del Capo. Appena in tempo, visto che da lì a poco, si scatena un temporale. E il traffico per ritornare in città è tutt’altro che scorrevole.

Visita alla Penisola del Capo: consigli utili e come organizzarla

Una giornata dedicata alla Penisola del Capo è d’obbligo se visitate Città del Capo. Muizenberg a parte, tappa che forse abbiamo compreso poco, la zona ha degli angoli che lasciano senza fiato. La Penisola del Capo può essere esplorata anche come tappa successiva a Città del Capo, magari pernottando in uno dei tanti villaggetti sulla strada. Primo su tutti, Simon’s Town, posticino delizioso che affaccia sul mare con porticciolo molto romantico. Se poi siete amanti del trekking, il consiglio allora è di dedicare una giornata intera al Parco Nazionale di Cape Point. 

Sul sito Sanparks inoltre sono  disponibili diverse tipologie di alloggi, interni al parco, che possono essere una comoda base per la visita. Il contro però, è che se la sera cercate un pò di vita, potrebbe esserci davvero molto poco da fare 😛 Infine, un’altra zona ricca sentieri, dove si può pensare di fermarsi una notte e magari trovare più vita serale, è nei pressi della Chapman’s Peak Drive. Un luogo veramente unico con paesini lungo la strada molto carini. Se come nel nostro caso invece, dedicherete alla zona un solo giorno, vi consigliamo assolutamente di affidarvi ad un driver. Una comodità che vi permetterà comunque di fermarvi nei punti che più cattureranno la vostra attenzione e che, vi rimarranno impressi nella mente 😉


17 commenti

Carola Sproloquier · 25 Ottobre 2019 alle 6:57 PM

Un viaggio bellissimo, con vedute spettacolari! Amo l’Africa e spero di poter fare anch’io un giorno quella foto con il Cape of Good Hope!

    Ela · 18 Novembre 2019 alle 8:42 AM

    Ciao Carola, te lo auguro e secondo me questa zona è assolutamente un pezzo di Sudafrica da non perdere.

Fabio · 26 Ottobre 2019 alle 11:29 AM

Il Sud Africa è un luogo incredibile, spero di andare presto a vedere la Penisola del Capo

    Ela · 18 Novembre 2019 alle 8:41 AM

    Ciao Fabio, te lo auguro perchè sono luoghi molto emozionanti 🙂

Simona · 26 Ottobre 2019 alle 6:47 PM

Una gita di una giornata che secondo me ci sta davvero tutta. Tra natura, pinguini e foche giocherellone non manca davvero nulla. E poi quanto belle sono le escursioni on the road? 😉

    Ela · 18 Novembre 2019 alle 8:39 AM

    Ciao Simona, sì l’on the road è sempre il viaggio più affascinante 🙂

Dani · 28 Ottobre 2019 alle 6:27 AM

Un viaggio stupendo, una meta in cima alla mia wish list. Grazie per questo bellissimo racconto.

    Ela · 18 Novembre 2019 alle 8:38 AM

    Grazie Dani, mi fa piacere ti sia piaciuto. Sì questa è una zona del Sudafrica che consiglio vivamente.

Cristina · 28 Ottobre 2019 alle 2:18 PM

Il sudafrica è tutto meraviglioso ma credo che vedere i pinguini dal vivo sia un’esperienza indimenticabile

    Ela · 18 Novembre 2019 alle 8:35 AM

    Ciao Cristina, sì l’esperienza è stata davvero unica, sopratutto per quanto erano vicini. Penso poi che i bimbi impazzirebbero 🙂

Giovanni F. · 5 Novembre 2019 alle 12:50 PM

Africa è magia e bellezza. La zona del Sudafrica in particolare è una delle mete che più prediligo, forse anche perché conosco già diverse persone che si trovano lì e con le quali ho modo di interagire spesso. Ad ogni modo, chi ancora non ha avuto modo di vedere queste terre fantastiche è decisamente invitato ad andare.

    Ela · 18 Novembre 2019 alle 8:52 AM

    Sì concordo, è un viaggio che consiglio sempre a tutti 🙂

Julia · 15 Novembre 2019 alle 10:42 PM

Sono dei luoghi fantastici ! Ho adorato viaggiare in Sud Africa in the road, guidavamo noi

    Ela · 18 Novembre 2019 alle 8:30 AM

    Ciao Julia, sì anche noi, Penisola del Capo a parte abbiamo sempre guidato da soli anche al Kruger e ci siamo divertiti un sacco!

Francesca · 16 Novembre 2019 alle 11:54 AM

Bell’articolo, molto dettagliato! Comunque tu non hai idea di quanto mi piacerebbe trovarmi in Sudafrica proprio in questo momento 😀

    Ela · 18 Novembre 2019 alle 8:29 AM

    Ciao Francesca,grazie mille. ehehe un pò posso immaginarlo, ti auguro di riuscire ad andarci presto allora 🙂

Città del Capo: cosa vedere e come organizzare l'itinerario in due giorni · 15 Gennaio 2020 alle 9:04 PM

[…] trascorso tre giorni pieni a Città del Capo, di cui uno interamente dedicato alla visita della Penisola del Capo. Gli altri due invece, li abbiamo passati in città. Un periodo minimo per avere un assaggio di […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.