- Chivay, Calera di Pinchollo, Yanque, Canyon del Colca Canyon, Cruz del Condor, Laguna Lagunilla, Puno
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Pranzo al sacco
Cena da La Casa de Anita -
Kollawass Home Inn - Chivay
Suite's Antonio - Puno - Bus Perù Adventures
- Indumenti in lana a Chivay
- El Condor Pasa, Simon & Garfunkel
- Paso de Patapampa, Calera di Pinchollo, Cruz del Condor
Visita di un giorno al Canyon del Colca in Perù: itinerario in sintesi
Durante il nostro viaggio tra Perù e Bolivia, dopo un giornata ad Arequipa, tappa successiva è stata Chivay, punto strategico per la visita al Canyon del Colca. Partiti da Arequipa, ci siamo spostati in bus sino a Chivay dove abbiamo soggiornato una sola notte. Da qui abbiamo visitato il Colca il giorno successivo e, sempre in giornata, abbiamo raggiunto Puno via bus. Per tutta l’organizzazione, ci siamo appoggiati ad un’agenzia locale con cui abbiamo prenotato l’escursione al Colca e i due bus.
Come organizzare la visita al Canyon del Colca: opzioni e consigli
Per la salita al Colca le opzioni disponibili sono diverse. Oltre le agenzie, infatti, è possibile sia organizzarsi autonomamente tramite i collectivos o dei bus che percorrono solo la tratta Arequipa – Chivay. Ancora, altra soluzione, è noleggiare un’auto per conto proprio o con un driver. La strada, nulla di più rispetto ad una normale di montagna, è più che fattibile. Anche il prezzo che avevamo ricevuto per arrivare sino a Puno da vari preventivi, era abbordabile (230$ circa a testa). In tal caso, quello che sicuramente va studiato prima sono i vari punti di sosta da prevedere e chiedere all’autista. Segnaliamo, infatti, diversi scorci dove magari fermarsi sia per qualche scatto che semplicemente per godersi la meraviglia delle Ande. A nostro avviso, se si ha tempo e voglia, può essere il modo migliore per esplorare il Canyon del Colca i suoi dintorni. Considerate che in bus per percorrere la tratta Arequipa – Chivay, abbiamo impiegato circa 3 ore e mezza.
Noi, per i tempi stretti e per l’incertezza sullo stato delle strade, abbiamo optato per un’agenzia locale (Perù Adventures) che poi ci ha organizzato pure il trasbordo fino a Puno, proponendoci un buon prezzo per trasporti e tour del Colca (140$ a testa). Con loro ci siamo trovati bene, li abbiamo trovati molto professionali e organizzati. Nel caso scegliate anche voi l’agenzia, come nel nostro caso, sia per hotel che per cena e escursioni durante il giorno, c’è il massimo della flessibilità. Potrete infatti scegliere voi cosa fare e non e, dove pernottare. L’unica cosa prestabilita che, ovviamente, non può essere personalizzata, sono le tappe lungo il tragitto.
Da Arequipa a Chivay passando per il Patapampa: salita verso le Ande
Partiti verso le 8:30, il nostro viaggio fino è durato 3 orette abbondanti. Durante il tragitto, lo sguardo si perde nel paesaggio circostante. Un viaggio affascinante quello dalla pampa alle colline quasi desertiche, polverose e sconfinate. Il tutto circondato dalle alte vette andine in lontananza, un po’ innevate, che sorvegliano i dintorni. Man mano che procediamo, il deserto, i cactus enormi sparsi qua e là, alternati a tratti interamente rocciosi, lasciano spazio al tipico paesaggio andino. Montagne sempre più vicine, praterie immense nei colori del giallo e del verde popolate da gruppetti di lama e alpaca che si godono un enorme silenzio. Il tutto con l’imponente vulcano Sabancaya che fuma in lontananza. Nella nostra prima sosta, ammiriamo i Vicuna, una specie protetta tipica delle ande peruviane, dalle sembianze di alpaca e gli occhioni a cerbiatto. Li fotografiamo senza quasi respirare e in religioso silenzio, perché al minimo rumore scappano. Meravigliosi! Saremmo rimasti lì ad osservarli per ore.
L’aria inizia ad essere rarefatta e il vento non è caldo ma, l’emozione di essere in un posto così, supera tutto. Probabilmente un po’ ci hanno aiutato anche le foglie di coca che la nostra guida passava a tutti. Masticarle con calma, passondole da una parte all’altra della bocca per assimilarle con lentezza, ecco il segreto. Questo, insieme al bere tanta acqua, ci ha sostenuto. Nella sosta successiva, riusciamo ad ammirare molto più da vicino lama e alpaca. Animaletti carinissimi che si fanno accarezzare e partecipano ai nostri selfie senza fare una piega… Stupendi! Manca ancora un’oretta all’arrivo a Chivay e l’ultima fermata è al passo del Patapampa e ai tanto attesi 5.000 metri. Un luogo incredibile.
Appena mettiamo piede fuori dal pullman, si avverte un’altra aria. Siamo in un altopiano, circondati solo da montagne in lontananza. Ad entrambi i bordi della strada, ci sono le tipiche torri di pietre che pare rappresentino un desiderio espresso. Il vento soffia forte, lo spiraglio di sole che filtra tra le nuvole riesce a darci un po’ di calore e, se ci guardiamo attorno a 360°, ci sono solo le Ande. Si estendono senza confini, sovrastate da un cielo azzurro e nuvolette qua e là. Chiudo gli occhi e poi li riapro lentamente: il cielo sembra davvero a due passi. Pare quasi di poterlo sfiorare con un dito. Una sensazione unica. E anche se ci avvolge l’immensità di questi luoghi, il senso di libertà che trasmettono è unica.
Escursione alle caleras di Yanque
Dai 5.000 metri scendiamo gradualmente sino ad arrivare a Chivay che a quota 3.600 metri. Dopo un pranzo veloce, passiamo nel nostro alberghetto Kollawass Home Inn. Un ostello pulito e molto minimal, gestito da una simpatica signora. Nel primo pomeriggio, decidiamo di seguire l’escursione per visitare le caleras, delle piscine naturali presenti in diversi punti del Colca. Noi siamo andati a quelle di Yanque. Il posto è molto suggestivo. Siamo nel cuore del Colca non in uno dei punti più profondi ma, comunque panoramico. Sono solo le 15:30 e fa già freddino…Spogliarsi per calarsi nella piscina non è la cosa più facile del mondo 😛 Una volta entrati però, si sta una favola e passiamo lì un’oretta e più.
Riusciamo pure a farci una veloce doccia, nonostante il vento forte. Verso le 17:00, torniamo alla base.
Dove cenare a Chivay e cosa comprare
Usciamo per un giretto e per andare cena verso le 19:00. Chivay è un minuscolo un paesino di montagna e si gira in poco tempo. Il buio è già calato e il freddo inizia ad essere pungente. Andiamo direttamente a cena da La casa de Anita, ristorante suggerito dalla proprietaria del nostro ostello. Proviamo una sopa criolla, molto saporita e, un filetto di trota (tipico da queste parti) un po’ stufoso.
Dopo cena, non manca un giretto nel mercatino alle spalle della piazza che però sta già sgomberando. Riusciamo in extremis a comprare dei coloratissimi cappelli di lana e un paio di scaldamuscoli in lana. Entrambi, ci accompagneranno per tutto il resto del viaggio! Dopo un selfie con la luna piena alle spalle che ci fa sentire in un’atmosfera gotica da lupi mannari, torniamo in albergo. L’indomani per la visita al Canyon del Cola e Cruz del Condor ci attende una sveglia all’alba!
La visita al Canyon del Colca e Cruz del Condor
Dopo la sveglia alle 5:00, il tour fa una prima tappa nel paesino di Yanque. Qui tappa obbligata per la “visione” del breve spettacolo delle bambine del luogo che pare, solo la mattina molto presto, eseguono una specie di ballo locale nei pressi della piazzetta principale. Siamo sempre un po’ scettici verso questo genere di manifestazioni, poichè il dubbio sull’organizzazione di esse appositamente per i turisti è sempre dietro l’angolo. Dopo una mezz’oretta, si riparte arrivando alla Cruz del Condor verso le 8:30 circa. Ci sono diversi miradores, tutti già pienissimi ma, riusciamo a trovare comunque un buchetto per fermarci. Per la prima mezz’ora, dei condor neanche l’ombra. Verso le 9:30 però, iniziano ad alzarsene in volo un paio.
Da quel momento in poi, siamo stati naso all’insù per cercare di catturarli con macchine fotografiche e smartphone il più possibile.L’orario più prolifero è stato all’incirca tra le 9:30 e le 10:30. In quella fascia, infatti, se ne sono alzati in volo diversi e sempre in coppia. Mentre cercavamo di immortalarli al meglio, abbiamo approfittato per camminare lungo il breve percorso che costeggia i miradores e ammirare il Colca.
Impressioni sulla visita a Cruz del Condor
Alcune riflessioni sparse e nostre impressioni sulla visita al Colca Canyon e Cruz del Condor. Per quanto affascinante come posto, forse la visita classica dai tempi super scanditi è un pò un peccato. Anche se carini da vedere sia Chivay che Yanque, sono paesini davvero molto piccoli. Sia lungo il tragitto per arrivare a Chivay che durante la visita al Colca Canyon, magari, non avere i tempi serrati e già scanditi a prescindere, può aiutare nel godersi il luogo senza l’impressione che tutto sia programmato solo per l’arrivo dei turisti.
Infine, altra esperienza che avevamo studiato ma che poi non abbiamo provato sia per il poco tempo a disposizione che per il timore dell’altitudine, era il trek nel Canyon con pernotto in uno degli ecolodge presenti nella valle. Essendoci la possibilità di risalire con gli asini, un’attività del genere sarebbe stata fattibile e poteva (forse), aggiungere quel quid in più che questi giorni al Colca non ci hanno trasmesso. Tutto ciò, chiaramente, è sempre molto soggettivo e vale se tali esperienze sono di interesse e si ha voglia e tempo di muoversi autonomamente.
Da Chivay a Puno: un viaggio infinito
Dopo la visita a Cruz del Condor, alle 11:00 risaliamo sul bus e torniamo verso Chivay. Dopo un pranzo veloce, alle 13:30 prendiamo il bus per Puno. Inizia il nostro viaggio della speranza. Il pullman infatti, facendo per la prima parte lo stesso tragitto dell’andata, si riferma al Patapampa e al Mirador de los Andes, e poi a Patahuasi per vedere i lama e qualche piccola bancarella tenuta da signore andine. Il viaggio sapevamo essere lungo ma, sembra davvero infinito. Degna di nota però, la sosta per osservare i fenicotteri rosa nei pressi di Laguna Lagunillas, dopo circa 3 ore di viaggio.
Il bus è comodo anche se non come quelli Cruz del Sur che avevano anche la toilette a bordo ma, purtroppo non basta. Arriviamo a Puno verso le 19:30 e ci riprendiamo con una doccia calda da Suite Antonio’s, albergo molto carino e centrale, dotato di tutti i comfort e di bombole di ossigeno. Il centro di Puno non offre molto e ci fermiamo in un posto a caso per mangiare qualcosa di veloce. Distrutti torniamo in albergo e andiamo a nanna. La mattina dopo ci aspetta un’altra sveglia all’alba: si parte finalmente per il tanto atteso Lago Titicaca!
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