- Roma, Tor Pignattara, Pigneto
- Aperitivo da La Bottiglieria, Pigneto
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- A piedi, trenino giallo
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- Supereroi, Mr. Rain
- M.A.U.MI.
Alla scoperta di Tor Pignattara e del Pigneto: itinerario in sintesi
E se dicessimo Tor Pignattara? Quello che vi proponiamo oggi, è un itinerario a piedi diverso, nella Roma che non ci si aspetta o che spesso passa in secondo piano. Una Roma più vera e autentica dove la romanità certo non manca. La Roma delle borgate che ha ispirato Pasolini e che, anche grazie a lui, è stata riscoperta. Zone sicuramente fuori dai “classici” itinerari turistici della Città Eterna ma, non per questo, da non visitare. Siamo nel V Municipio, nell’area di Roma Est. Il nostro itinerario a piedi inizia in Via Casilina 634 e prosegue alla scoperta di Tor Pignattara, tra luoghi pasoliniani e murales sino al rinomato Pigneto. Per tutta la visita ci hanno accompagnato le guide di MuriLab, super preparate e che ci hanno raccontato con passione del quartiere. Allora, siete pronti a scoprire con noi quest’angolo di Roma e cosa da vedere da Tor Pignattara al Pigneto?
Cosa vedere tra Tor Pignattara e il Pigneto: Sommario
Tor Pignattara: perché si chiama così e perché visitarla
Sapete perché si chiama Tor Pignattara? Il nome viene dal Mausoleo di Elena, madre di Costantino, di cui sono ancora visibili i resti. La cupola del mausoleo, oggi non più visibile, aveva come base due cerchi concentrici di anfore chiamate dai romani “pignatte” che, dal medioevo, iniziarono ad essere più visibili. Fu così che, pian piano, il mausoleo diventò la torre delle pignatte da cui, per l’appunto, deriva il nome del quartiere. Visitare Tor Pignattara e i suoi luoghi iconici, è un’esperienza da provare se cercate un itinerario romano, fuori dai percorsi più classici del centro. Qui convivono tante realtà, tutte in equilibrio e nel rispetto le une delle altre. A Tor Pignattara si passeggia tra anime, storie e culture diverse. Siamo in un quartiere dove la multiculturalità e l’accoglienza sono parti integranti delle sue radici e della sua essenza più profonda ed antica.
Camminare qui significa, per un attimo, immergersi tra profumi mediorientali oppure, svoltare l’angolo e sentirsi catapultati immediatamente in Sudamerica, grazie alla musica latina che magari si sente da una finestra aperta. Ma, non solo. Significa incrociare con lo sguardo occhi a mandorla e tante storie lontane da noi insieme, al vecchietto romano doc che attraversa la strada e ricorda, con i suoi racconti, gli anni passati nel quartiere. Perché, come in altre zone di Roma dove si respira ancora un po’ di autenticità, la romanità assolutamente non manca. Tor Pignattara è tutto ciò, insieme alla presenza di Pasolini che ci accompagna per tutta la passeggiata. Un ricordo vivo anche grazie alle tante opere di street art che lo ritraggono. Se ormai gli anni della vita di borgata sono lontani, la voglia di riscatto che si respira è forte, senza però lasciare da parte le radici e la storia del rione. La parola d’ordine è convivenza pacifica.
Cosa vedere a Tor Pignattara: il progetto del M.A.U.Mi.
Iniziamo il nostro itinerario a piedi a Tor Pignattara con una delle scoperte più affascinanti ed interessanti dell’intera visita: il M.A.U.M.I., Museo di Arte Urbana sulle Migrazioni. Un museo della migrazione ma in forma moderna. Siamo in un luogo nascosto ma, allo stesso tempo, aperto a tutti: il cortile di Casa Scalabrini 634, in via Casilina. Un punto di riferimento per l’accoglienza di migranti e rifugiati. In questo giardino, sito a pochi passi dalle Catacombe di San Marcellino e San Pietro e dal Mausoleo di Elena, simbolo del quartiere, sorge un angolo che vuole essere un racconto virtuale della storia e delle radici di Tor Pignattara. Le mura circondano il giardino ma solo in senso metaforico. Non vogliono, infatti, essere un ostacolo all’integrazione ma, al contrario, rappresentare un trait d’union con il resto del quartiere.
Inizia così il racconto dei flussi migratori che Roma ha vissuto dall’antichità ad oggi. Si vuole ricordare come la Città Eterna, dalle sue radici con il concetto di asilo presente dalla fondazione di Romolo che unì in una sola entità le popolazioni dei 7 colli, sia sempre stata crocevia di culture e, al centro delle migrazioni. E proprio le otto opere di street art (a breve arriveranno a 10) raccontano come Roma e, in particolare, Tor Pignattara siano state simbolo di accoglienza ed unione tra popoli.
Una terra dove lo straniero è stato accolto ed integrato costantemente, dalla Roma antica ai giorni nostri. Tutti i murales, ognuno di un autore differente, lo raccontano a modo proprio. Non manca il richiamo alla solitudine che spesso tocca chi arriva qui da lontano. Le opere mostrano diversi spaccati e aspetti del quartiere, diventato simbolo dell’integrazione tra culture e storie diverse. La vera essenza di Tor Pignattara. Al momento, non essendo ancora terminate tutte le opere, il M.A.U.MI. è chiuso al pubblico ma, visitabile su prenotazione, contattando direttamente l’Ecomuseo Casilino. L’energia che si respira qui, catapultandovi nella storia di Tor Pignattara, vi rimarrà dentro.
Nel cuore di Tor Pignattara: itinerario tra street art e luoghi iconici
Dopo il M.A.U.MI., il nostro itinerario a piedi prosegue dapprima lungo via Casilina e poi si addentra nel quartiere, in via Francesco Baracca. Passiamo davanti a “Il Cannone” il Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, simbolo di una delle istituzioni di Tor Pignattara: il famoso trenino giallo che ancora percorre buona parte di via Casilina. Il monumento, diventato oggi punto di ritrovo, faceva quasi da spartitraffico quando il trenino percorreva, inizialmente, via Alessi.
Proseguendo, pian piano, iniziano a mostrarsi davanti a noi alcuni dei murales che ormai sono diventati simbolo del quartiere. Alcuni più nascosti, altri meno. Uno dei primi che incontriamo è quello di Sten&Lex realizzato in stencil poster art. Una tecnica che parte da quella dello stencil poster ma che, lascia poi al tempo e agli agenti atmosferici, la definizione vera e propria di quella che sarà l’opera d’arte. Una creazione che parte dal poster che poi viene tagliato, dipinto e strappato per lasciare spazio all’opera finale che sarà in continua evoluzione e mai replicabile. Una scelta, possiamo dire, in linea con la storia e la composizione di Tor Pignattara.
Proseguiamo e ci imbattiamo nel murales, assolutamente, da non perdere: Hostia di Verlato, dedicato a Pasolini. Un’intera facciata di un palazzo, quasi un po’ defilato, in via Galeazzo Alessi. Quello che ci si ritrova davanti agli occhi però, è una narrazione potente e d’impatto. Un Pasolini che cade nel vuoto, ritrovando il sé stesso bambino tra le braccia della madre mentre guarda Petrarca, suo riferimento. Nell’opera ci sono diversi soggetti: dalla polizia a Pelosi che, fu accusato dell’omicidio del regista, sino a delle figure che rappresentano “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, film che Pasolini non è riuscito a vedere.
Il Cinema Impero e Herbarium: due luoghi simbolo di Tor Pignattara
Il nostro itinerario tra le cose da vedere a Tor Pignattara prosegue verso un altro luogo simbolico: il Cinema Impero. L’edificio fu costruito negli anni ’30 e poi chiuso negli anni settanta, periodo nel quale divenne uno dei punti di maggior degrado della zona. Solo nel 2014, grazie all’iniziativa del comitato di quartiere di Tor Pignattara e dell’Associazione per l’Ecomuseo Casilino, ricomincia a prendere vita grazie a diversi progetti di street art che furono intrapresi.
Così vennero dipinti, negli spazi adibiti alle locandine, una serie di personaggi scelti proprio dagli abitanti del quartiere: Anna Magnani, Monicelli, i fratelli Citti e, naturalmente l’immancabile Pier Paolo Pasolini. Una presenza che si avverte un po’ ovunque.
E se oggi del cinema, rimane soltanto una pensilina con i murales dipinti, poco più in là, ecco un’altra opera che testimonia come la convivenza tra diverse culture nel quartiere sia ormai più che radicata: Herbarium. Nel murales sono rappresentati frutta e ortaggi provenienti da tutto il mondo, proprio come la composizione di Tor Pignattara. Una metafora per raccontare la convivenza stabile dei tanti popoli presenti. Un’integrazione che si riflette anche nell’offerta culinaria della zona come, ad esempio, un ristorante curdo – napoletano che non mancheremo di provare. Dopo questa tappa, ritorniamo verso via Casilina per prendere ora il trenino giallo. Destinazione: Pigneto.
Il Pigneto: a piedi tra quello che rimane dei luoghi amati da Pasolini
In circa 10 minuti di trenino, giungiamo al Pigneto. Se il quartiere è ormai noto per movida e vita notturna, il nostro itinerario tocca alcuni dei luoghi pasoliniani, allontanandosi dalle strade più battute e vivaci come via del Pigneto. Ci addentriamo verso il celebre bar Necci. Questa era la zona che più aveva affascinato il regista essendo la parte più popolare. Di alcune baracche e case di fortuna dell’epoca, oggi rimane ben poco. Ciò che è stato salvato, lo si trova nel tetto e nelle pareti in lamiera di una sorta di magazzino sito all’incrocio tra via Fanfulla da Lodi e via Fortebraccio.
Il resto, sono ormai edifici ristrutturati e rinnovati, alcuni dei quali colorati grazie a murales e street art. Impossibile non notare quello che su un intero lato di una palazzina bassa, ritrae proprio Pasolini in due momenti distinti. E ancora, sempre sulla stessa strada, l’edificio arancione, quasi anonimo rispetto agli altri, fu dove Pasolini ricreò il celebre e tutt’oggi funzionante bar Necci per il set del film “Accattone”. Già all’epoca, infatti, il locale si era troppo “imborghesito” per il regista rispetto a quando lui stesso l’aveva conosciuto.
Camminare al Pigneto sulle tracce di Pasolini significa osservare dettagli e immaginarsi un quartiere completamente diverso da come è oggi, più semplice. Di Pasolini rimane la sua presenza silenziosa, grazie a murales e street art che lo ritraggono, a volte pensieroso, a volte meno. Per cogliere appieno tale fascino, oltre che accompagnati dal team di MuriLab, suggeriamo una visita fuori dagli orari della movida.
Il nostro tour su cosa vedere tra Tor Pignattara e il Pigneto finisce qui. Non potevamo non chiudere in bellezza con un aperitivo in un locale super carino e trendy: la Bottiglieria in via del Pigneto. Un posticino che vi consigliamo di tenere in considerazione per bere e stuzzicare qualcosa di invitante ;). A due passi c’è la fermata della Metro C – Pigneto. Suggeriamo, infatti, per raggiungere sia Tor Pignattara che il Pigneto, se riuscite, di muovervi con i mezzi pubblici, non essendo facile il parcheggio in zona.
Articolo realizzato in collaborazione con MuriLab e Ecomuseo Casilino.
2 commenti
Antonella · 23 Marzo 2023 alle 7:55 PM
La prima cosa che si nota andando in queste zone non sono i bellissimi murales, ma il degrado e la sporcizia
Ela · 25 Marzo 2023 alle 3:22 PM
Ciao Antonella, a noi piaceva l’idea di raccontare un lato diverso del quartiere, la sua storia e le sue radici insieme alle tante opere di street art simbolo anche della forte voglia di riscatto 🙂