Cosa vedere a Varanasi in tre giorni: itinerario in sintesi

Varanasi è stata la nostra ultima tappa del viaggio in India, prima di ritornare a Nuova Delhi. Vi abbiamo trascorso tre giorni, intensi e carichi di emozioni che non dimenticheremo mai. E, anche oggi con il senno di poi, non possiamo che consigliarla proprio a chiusura di un itinerario in questa terra affascinante. Una delle città sacre dell’induismo, dove chi può consentirselo va a morire, Varanasi è stata per noi un concentrato bellissimo di India. E per bellissimo, non intendiamo nè tappeti per terra nè meno povertà o stucchi in camera. Anzi. E’ la sacralità che si respira qui ad aver fatto la differenza e da cornice a tutte le scene, ahimè, più tristi viste in India. Povertà e sporcizia la fanno purtroppo da padrone, come in tutto il Paese. Se però, come consigliamo a tutti coloro che ce lo chiedono, riuscirete a visitare Varanasi e l’India con il cuore e la mente aperta, lontano dalla preoccupazione di camminare tra rifiuti con le mucche per strada, allora Varanasi saprà darvi tanto, tantissimo. A noi, è rimasta nel cuore e il ricordare ancora dopo qualche anno quanto vissuto lì, ci emoziona <3 Ecco allora il racconto del nostro itinerario di tre giorni a Varanasi con i nostri consigli su cosa vedere e perchè.

Come raggiungere Varanasi: consigli utili e info pratiche

Prima di tutto, ecco qualche consiglio pratico per arrivare a Varanasi. Se verrete direttamente da Nuova Delhi, non dovreste avere grosse difficoltà in quanto la città è collegata alla capitale indiana da diversi voli interni diretti, a prezzi pure abbastanza modici. Noi, ad esempio, non abbiamo avuto difficoltà nel prenotarne uno per il ritorno, al costo di circa 50€. Se invece Varanasi sarà l’ultima tappa di un viaggio on the road, partito magari dal Rajasthan, ecco qualche suggerimento, sulla scorta della nostra esperienza. Abbiamo raggiunto la città sacra con un treno diurno che partiva da Satna. Parliamo di qualche anno fa ma, da diverse ricerche online, risultava l’unico modo, tra l’altro certo, per arrivare a Varanasi. Raggiungerla infatti in auto, sarebbe stato molto più lungo e non avevamo tutti quei giorni a disposizione. Tutt’oggi, leggendo di esperienze recenti di viaggiatori fai da te come noi, i collegamenti con Varanasi risultano ancora complessi, essendoci voli diretti da Jaipur, oltre che dalla Capitale ma, non da altre città come Agra ad esempio.

Il viaggio diurno in treno da Satna a Varanasi

Il nostro on the road, partito da Jodhpur terminava a Khajuraho e da lì, treni diretti per Varanasi, non esistevano, neanche notturni. Raggiungerla in auto sarebbe stato impensabile: si tratta di 400 km che sulle strade indiane sarebbero stati, probabilmente, una giornata di viaggio. Dopo varie ricerche, trovammo che la stazione più vicina per prendere un treno diretto di 8 ore era Satna, a “sole” cioè 3 ore scarse di auto. Un affarone starete pensando….Non proprio ma, l’unico modo se ci tenete come noi, a visitare la città sacra. Con il driver dell’agenzia  prenotato dall’Italia, avevamo concordato preventivamente tutto, anche gli orari di partenza. Tramite loro poi, avevamo comprato i biglietti del treno, non facilmente acquistabili online. Il consiglio quindi, è di affidarvi ad un driver fidato che possa accompagnarvi sin lì. 

Eravamo in 6 ma, abbiamo viaggiato con diversi indiani, alcuni un pò schivi altri, incuriositi e interessati al nostro viaggio in India. Sono state 8 ore di riflessione e di osservazione. I vagoni della classe economica li avevamo visti solo dal binario. Internamente, infatti, le due classi di viaggio erano separate da una saracinesca, impossibile da alzare. Lì, si viaggiava ammassati, in piedi e i fortunati che avevano un posto a sedere erano davvero pochi. Se vi state chiedendo come fosse la pulizia dei bagni, possiamo dire che ci aspettavamo di peggio. Niente di più o di meno, di una toilette dei nostri treni regionali (quelli che ce l’hanno!) o di un intercity. Insomma, basta veramente un pò di spirito di adattamento e viaggiare in India non è così drammatico 😉 

Noi con l’agenzia India Karni a cui avevamo richiesto solo il driver decidendo poi autonomamente tutte le tappe del viaggio, ci siamo trovati molto bene. Partendo all’alba da Khajuraho, siamo riusciti a prendere, senza problemi, il treno in tarda mattinata. Il viaggio sul treno diurno è stata un’esperienza, possiamo dire, unica. A differenza di quello notturno, quasi perfetto, nonostante i nostri biglietti fossero in prima classe con posto assegnato, la pulizia non era eccellente e, il vagone, un pò datato. Adattandosi però, non è così tragica e, in ogni caso, l’aria condizionata ha funzionato alla grane per tutto il tragitto. 

Ed infine, un piccolo anneddoto sul nostro viaggio in treno. Siamo giunti alla stazione di Varanasi, capolinea della tratta, alle nove di sera circa. Una volta usciti dalla stazione, uno di noi si rende conto di aver lasciato sul treno il suo borsello con documenti, portafoglio e quant’altro strettamente necessario. Dopo una corsa sui binari e la ricerca del capotreno che si era preso una pausa prima di ripartire, una volta trovato lui apre il vagone con la sua chiave. Ci consegna una busta sigillata con tutti gli averi dentro, intatti. Non ci avremmo mai sperato, essendo il treno pieno zeppo di gente e avendo viaggiato nei posti immediatamente vicini all’uscita, quindi di passaggio per tutti. Ma volte, sono situazioni come queste a far capire quanto un luogo come l’India sia speciale <3

Dove abbiamo dormito a Varanasi

Abbiamo prenotato l’alloggio a Varanasi, circa tre mesi prima su Booking. Cercavamo qualcosa di più vicino al Ghat delle cremazioni ma, nulla, Allora abbiamo optato per l’Hotel Temple of Ganges, all’Assi Ghat. Parliamo di una guest house a gestione familiare costata circa 25€ a notte con colazione. Un alberghetto che, non è il massimo ma, neanche super sporco. Due i suoi punti di forza. In primis la terrazza direttamente sul Gange, molto suggestiva, dove si può fare colazione ma, pure lezioni di yoga all’alba e al tramonto. Il secondo, il personale con cui abbiamo effettuato yoga e dei massaggi ayurvedici molto rilassanti. In definitiva, lo consigliamo se non riuscite a trovare nulla di meglio. In ogni caso, abbiamo raggiunto il centro e i ghat delle cerimonie camminando in parte a piedi e poi con i classici tuc tuc.

Primo giorno a Varanasi: dall'Assi Ghat a Manikarnika

Abbiamo trascorso a Varanasi due giorni pieni più una mattinata intensa. Se avete a disposizione non più di tre giorni, allora il primo vi consigliamo di dedicarlo, come noi, ad ambientarvi. Concentratevi principalmente sulle pire ed esplorate Varanasi e le viuzze della città vecchia a ridosso del fiume. Partite dall’Assi Ghat e arrivate a Manikarnika dove, insieme ad Harishchandra, di giorno vengono accese le pire funebri. Sarà molto suggestivo passeggiare lungo i ghat, le scalinate che conducono direttamente nel Gange e, osservare vecchi e bambini che si bagnano nelle acque sacre. Noi, dall’Assi Ghat, abbiamo raggiunto a piedi i ghat dove avvenivano le cremazioni. Camminare per le strade della città, affollate di persone, pellegrini di Shiva e bambini, magari insieme a vacche che si destreggiano nel traffico insieme ad auto, risciò e motorini, è un qualcosa difficile da raccontarsi.

Varanasi significa camminare tra le sue stradine polverose e fermarsi con i bambini a chiacchierare e a salutarli. Significa osservare lungo i ghat persone di tutte le età lavarsi e tuffarsi, nonostante il colore del fiume non lo invogli per nulla. Oppure, girarsi e scorgere seduta in un angolo, una giovane madre allattare suo figlio e, nel frattempo, regalarti un sorriso sincero. Varanasi travolge con tutte queste scene e i suoi colori. E’ proprio per ciò che poi rimane dentro. Perciò, vi consigliamo di viverla muovendovi a piedi il più possibile. Se come noi, la visiterete d’estate, basterà vestirvi molto leggeri e armarvi di cappello e acqua a volontà, per non soffrire il caldo 😉

Cosa vedere a Varanasi: le pire funebri di Manikarnika e la nostra esperienza

Una volta giunti nei pressi dei ghat adibiti alle cremazioni, l’atmosfera diventa di colpo solenne. Nell’aria si avverte l’odore del legno bruciato e, da una parte, le tante famiglie in fila in attesa del loro turno. Vengono da ogni parte del Paese, per cremare i proprio cari e poi far spargere le loro ceneri nel Gange. La coda è immensa e, pure quella per la cerimonia della sera, inizia già dalla mattina. Nei pressi delle pire vediamo piccoli gruppi dei familiari dei defunti che guardano consumarsi il fuoco. Ci si aspetterebbe lacrime e singhiozzi ma, invece, su ogni volto che osserviamo, non c’è strazio o sofferenza. C’è chiaramente tristezza ma, mista ad una sorta di accettazione. Le cremazioni sono assolutamente accessibili ma, se vi commuovete facilmente, non ve le consigliamo. 

Ci dicono che le lacrime trattengono il defunto nel suo corpo terreno e quindi, non gli permettono di reincarnarsi. Qui i pianti non sono graditi tant’è che, anche le donne visitatrici, non sono sempre viste di buon occhio. Io stessa, pur essendo tranquilla e senza minimamente accennare alle lacrime, sono stata colpita lievemente al polpaccio con alcuni sassolini. Intendiamoci, niente che mi abbia fatto male e in ogni caso, un episodio unico e isolato. Ad ogni modo però, è stato comunque un gesto per dissuadere un pò la mia presenza in quanto donna e quindi, per definizione, debole e dal pianto facile. Eppure, assistere alle pire, rimane un’esperienza da vivere, per comprendere solo lontanamente, come gli indiani vivono la morte. Dopo, continuiamo la nostra passeggiata nei dintorni. I vicoletti nelle vicinanze dei ghat sono pieni di negozietti e, se vi state chiedendo cosa comprare in India, Varanasi è un’ottima tappa per acquistare tessili a ottimi prezzi. 

La cerimonia del Ganga Aarti: cos'è e perchè vederla

C’è però una cerimonia che prima su tutte non va persa a Varanasi ed è quella del Ganga Aarti. Una delle principali cose da vedere a Varanasi. Noi vi consigliamo di assistervi il secondo giorno che sarete in città. All’alba e al calar del sole, tutti i giorni al Dashashwamedh Ghat le ceneri dei defunti cremati di giorno, vengono disperse nel Gange. Il rituale è dedicato alla Dea Madre Ganga, raffigurazione del dio Vishnù e divinità del fiume Gange, in India il più sacro di tutti. In estate inizia intorno alle 7 di sera mentre d’inverno verso le 6. La cerimonia dura circa 45 minuti. Il tutto avviene nella cornice di uno spettacolo pirotecnico accompagnato da canti, danze dove l’elemento principale è il fuoco, simbolo di purificazione. Questo è l’ultimo saluto che le famiglie danno ai propri cari e, secondo l’induismo, non c’è beneficio più grande che essere dispersi nel fiume sacro per eccellenza. Secondo il loro credo infatti, ciò eviterebbe loro di continuare il ciclo delle reincarnazioni, iniziando così una nuova vita. Quello che a tutti gli effetti dovrebbe essere un momento di infinita tristezza e di separazione, si trasforma con solennità in una grande festa. 

Secondo giorno a Varanasi: consigli per assistere al Ganga Aarti al Dashashwamedh Ghat

Ma veniamo ora a qualche info pratica, soprattutto se non alloggerete nelle immediate vicinanze del ghat in questione. Al Ganga Aarti si può assistere direttamente dal ghat (ma è difficilissimo trovare posto) oppure, dalle imbarcazioni sul fiume, dalle dimensioni più disparate. Il nostro consiglio è di muovervi con un certo anticipo in quanto, all’avvicinarsi dell’inizio della cerimonia, Varanasi si blocca e trovare anche un tuc tuc che vi conduca lì è difficile. Inoltre, una volta giunti al ghat, non è facile trovare una barca disponibile che vi condurrà alla cerimonia. Prima arriverete, più ci sarà la probabilità di trovare un’imbarcazione che vi conduca il più vicino possibile al ghat. Noi, causa traffico, siamo arrivati giusto in orario e abbiamo trovato una delle ultime barche.

Il Ganga Aarti, è uno spettacolo di colori e musica e assistervi dal fiume è molto emozionante. Vedere Varanasi così illuminata, che quasi prende fuoco, con sullo sfondo la città vecchia con le guglie dei suoi templi, tra canti e danze non si dimentica. Anche se la cerimonia dura solo tre quarti d’ora, tra l’effettiva chiusura e il ritorno a terra dovete considerare circa 2 ore. Il Ganga Aarti si chiude con l’accensione di alcune candele che poi si lasciano nel Gange. Per la salute e la fortuna dei vostri cari, ci dicono. E pure noi, con il cuore pieno di emozione, accendiamo e lasciamo alle acque scure illuminate solo dai lumini, la nostra lucina. Dicono che più lontano vada, più le preghiere saranno ascoltate. Con la luce del sole ormai calate, il ghat illuminato a festa e le candele che si allontanano nel buio più pesto, ci godiamo questo momento che ricorderemo per sempre. Probabilmente, la parte più bella del nostro viaggio in India. Dopo il Ganga Aarti, di strada è una sosta dal Blue Lassi Shop. Una vera chicca da provare 😉

Terzo giorno a Varanasi: cosa vedere in città e nei dintorni

L’ultimo giorno, innamorati dell’atmosfera di Varanasi, abbiamo girato per le sue stradine senza una particolare meta. Abbiamo dato la priorità ai mercatini, ci siamo fermati a chiacchierare con i venditori o con gruppi di pellegrini di Shiva allegri e gioiosi che ci hanno insegnato il loro saluto. Se avete solo tre giorni da dedicare a Varanasi, in ogni caso, almeno uno, vi consigliamo di trascorrerlo così, per le sue strade. Solo in tal modo, si riesce davvero ad entrare in contatto con la sua energia. Sempre in città, se riuscite, potete visitare il Kashi Vishwanath, uno dei templi più importanti dedicati a Shiva. Inoltre, nei dintorni, c’è Sarnath sito archeologico dove Buddha fece il suo primo discorso. Qui ci sono i resti di un antico tempio e del monastero buddista. In definitiva, tre giorni a Varanasi, possiamo dirvi essere il minimo per assistere alle principali cerimonie ed iniziare ad assaporare la sua atmosfera e la sua unicità.

Ringrazio la mia amica e compagna di viaggio Ambra Lanzo per alcune delle sue foto più belle scattate durante la nostra avventura a Varanasi.


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